La Pietra di Bismantova si staglia e rende inconfondibile la skyline dell’Appennino Reggiano.
Carte e guida dei sentieri dell’alto Appennino modenese e reggiano
Siamo nel Parco Nazionale dell’Appennino tosco-emiliano di cui la Pietra di Bismantova è parte integrante. Da queste parti questa montagna, già citata da Dante nella Divina Commedia è chiamata semplicemente “la Pietra”.
Questo luogo, situato a pochi metri dal centro del Comune di Castelnovo ne’ Monti, è facilmente accessibile e meta di decine di migliaia di visitatori ogni anno. Proprio per essere così accessibile viene spesso scambiato dai turisti come una sorta di parco cittadino senza tenere conto che, come ogni montagna che si rispetti anche la Pietra di Bismantova dovrebbe essere raggiunta con un idoneo equipaggiamento, a cominciare da adeguate scarpe da trekking.
Dal pianoro della Pietra si ha una panoramica a 360 gradi dell’ambiente circostante: a nord nelle giornate in cui l’aria è particolarmente tersa si potranno intravvedere le Alpi e a sud-ovest subito aldilà della catena appenninica troviamo la Toscana e la Liguria.
L’appennino reggiano non è così famoso come quello del versante toscano; per certi versi è più “selvaggio” e non gode delle correnti marittime che fanno dolci le campagne toscane.
Per queste ragioni non è una meta di turismo di massa e chi viene qui lo fa soprattutto per il riposo e per l’escursionismo.
La Pietra di Bismantova è anche meta di migliaia di arrampicatori che trovano nelle ripide pareti di questa montagna una ideale palestra di roccia.
Dove si trova?
Reggio Emilia e l’Appennino reggiano. DVD
La Pietra può essere raggiunta sia dal versante padano che da quello ligure. Da Reggio Emilia ci vogliono circa 35 minuti in auto per raggiungere il piazzale antistante la Pietra: da lì, dopo aver posteggiato comodamente l’auto, è possibile inerpicarsi per i sentieri che conducono sulla sommità.
La Spezia dista invece circa 90 Km.
Poco sopra il parcheggio e prima dell’inizio del sentiero è collocato l’Eremo della Pietra, dedicato alla Madonna, un tempo sede di una comunità di monaci benedettini.
Ora l’Eremo, quasi incastrato in una nicchia nella roccia, alla base della montagna, è in fase di restauro e dovrebbe presto tornare fruibile e visitabile per tutti i pellegrini che, per secoli, lo hanno raggiunto e arricchito di ex-voto per le grazie ricevute.