Il monte Kailash è spesso identificato con il Monte Meru della tradizione hindu.
In realtà il mitico Monte Meru, sede degli dei e le cui pareti rocciose sarebbero composte da rubini e lapislazzuli, da cristallo e oro, almeno inizialmente doveva essere una montagna appartenente alla catena dell’Himalaya ma, col tempo, il Monte Kailash è stato assimilato a questa leggendaria montagna e ciò non è stato casuale.
In quanto sorgente di quattro dei più grandi fiumi del subcontinente indiano, tra cui il Gange, il Karnali, l’Indo, e il Brahmaputra, non può destare meraviglia il fatto che questa vetta sia venerata da diverse religioni.
Il Monte Kailash, con i suoi 6714 metri è in realtà assai più basso del favoloso Monte Meru, ma con la sua mole possente, e con la vetta imbiancata tutto l’anno, si staglia imperioso rispetto a tutte le altre vette.
Come dicevamo, il Kailash è oggetto di venerazione per janisti, hindu, buddhisti, e bonpo.
Il “Prezioso gioiello della neve”, questo il significato del nome tibetano del Kailash, che in Tibet viene chiamato, appunto, Kang Rinpoche, è non solo oggetto di venerazione ma anche meta di pellegrinaggio tanto che il Kora, ovvero il circuito che i fedeli seguono durante il pellegrinaggio è diventato una meta molto interessante anche per gli escursionisti.
Certo, sul Kailash non abiteranno gli dei ma il fatto di essere la scaturigine di fiumi tanto importanti circonda questa montagna di un’aura mistica, tanto che anche diversi scalatori hanno evitato di scalarla per rispetto dei fedeli, nonostante sia una montagna tutto sommato abbordabile per chi è abituato alle vette dell’Himalaya.
Un altro particolare che ha contribuito a fare del Kailash una montagna sacra sta nel fatto che per il peculiare aspetto delle pareti e dei crepacci sembra disegnare una svastica, simbolo che in Occidente ricorda le atrocità naziste ma che In Oriente, e per il Buddhismo in particolare, è simbolo di forza spirituale.
Il Kora del Kailash è lungo 53 km e i pellegrini più devoti percorrono il pellegrinaggio in un solo giorno. A piedi, naturalmente.
Il circuito del Kailash è considerato il più sacro dei pellegrinaggi del Tibet e questo ha contribuito a richiamare anche turisti da tutto il mondo anche se, per fortuna, siamo ben lontani dal turismo di massa.
Chi vuole affrontare il Kora, si prenda tutto il tempo necessario per poter godere degli spettacolari paesaggi.
Inutile dire che il percorso è per escursionisti esperti e che si sono presi il tempo necessario per acclimatarsi. Non è raro imbattersi in nevicate anche in piena estate.
La festa di Saga Dawa si tiene in Maggio-Giugno ed è anche il periodo di più alta affluenza turistica, cosa che può piacere ad alcuni ma che altri trovano abbastanza fastidiosa.